giovedì 13 aprile 2017

Depero: un artista del Novecento, proiettato fra i grattacieli di New York.




Arriva la Pasqua, come impegnare il tempo libero nella città di Milano, se non camminando e andando per mostre, visitando l’arte di Fortunato Depero?

Le cronache non parlano d’altro e oggi s’incentrano sull’artista Fortunato Depero, che ha esaltato le sue opere nella New York capace di osservare con occhio attento il Futurismo e la Pop Art da lui ‘interpretata’.
New York New York. Arte italiana: la riscoperta dell’America”, è il nome dato dagli espositori delle sue opere, alla mostra aperta al pubblico nella città di Milano dal 13 aprile al 17 settembre. - “Gallerie D’Italia”, in Piazza Scala e il “Museo del Novecento” di via Marconi, esporranno circa 150 delle opere da lui create. -
Fortunato Depero nasce a Fondo, in Val di Non (Trento), il 30 marzo del 1892 e si trasferisce a Rovereto, giovanissimo, dove svolgerà i suoi studi all’Istituto d’arte “Scuola Reale Elisabettiana”; importante organismo allora appartenente all’Impero austro-ungarico. Come tanti giovani appassionati d’arte, la scuola frequentata gli permetterà di essere uno dei protagonisti del futuro panorama culturale. In seguito al tentativo di entrare all’Accademia delle belle arti di Vienna, ma essendone escluso, nel 1910 si trasferisce a Torino con l’incarico di decoratore all’Esposizione internazionale, ma ritorna poco tempo dopo a Rovereto per lavorare da un marmista, occupandosi di lapidi funebri.


Scultura e Arti plastiche, la passione di Depero
Attratto prepotentemente dalla scultura e appassionato di arti plastiche, le sue creazioni artistiche future s’incentreranno sui dipinti con soluzioni volumetriche solidificate. Alla mostra di Boccioni, in un suo viaggio a Roma, resta affascinato dalle opere esposte dall’artista e conosce alcuni dei suoi più grandi idoli, da Filippo Tommaso Marinetti a Giacomo Balla e grazie a Sprovieri, gallerista d’arte della città romana, si confronterà nel 1914 all’Esposizione Libera Futurista Internazionale, con molti artisti di grande fama. Da Trento ritorna a Roma causa lo scoppio della Prima guerra mondiale e diventa allievo di Giacomo Balla; insieme scriveranno un libro proclamandosi ‘astrattisti futuristi’, titolato “Ricostruzione futurista dell’universo”. L’innovazione della sua ‘poesia’ Futurista lo porterà a essere proclamato, dallo storico e critico d’arte Enrico Crispolti, a fine anni ’50, un genio del “secondo Futurismo”. La sua vita artistica è un passaggio d’innovazioni; collabora con Picasso per i costumi di “Parade”, con Gilbert Clavel con cui realizzerà il “Teatro Plastico” recitato da marionette, con i compositori Gian Francesco Malipiero, Béla Bartòk e altri che ispireranno i primi arazzi futuristi su cui impressionerà, non solo su stoffe ma anche sui dipinti, dei leitmotiv che saranno predominanti dello “stile Depero”.
Viaggio in America e pubblicità degli anni venti
Dal 1918 nascono le “Case d’Arte futuriste”, a Roma, Bologna, Palermo e nel 1919 a Rovereto, dove inizierà a produrre mobili futuristi utilizzabili e manifesti pubblicitari per il direttore Umberto Notari dell’agenzia “Le 3 I”. Collabora nel ’22 agli allestimenti per il “Cabaret del diavolo” e il “Winter Club”, nel ’23 alla Biennale delle arti decorative di Monza, nel ’24 al balletto in scena a Milano, titolato “Anihccam del 3000”, riproposto in seguito su altre venti città. Nel 1925, grazie ai tanti incontri fatti sul percorso Futurista, sarà tentato di sbarcare nella grande America dove, ospite del pittore Lucillo Grassi, esporrà alcune sue opere a Boston, New York e Chicago, lasciando un segno indelebile della sua presenza. Nel 1926, ancora in Italia, nascerà la collaborazione con l’azienda Alberti di cui ricordiamo il liquore “Strega”, la Bernocchi, la Schering e infine il forte sodalizio professionale con il commendator Campari; personaggio cui dedicherà il dipinto “Squisito al selz” e per la quale creerà nel 1932, la mitica bottiglietta “Campari Soda” e in seguito centinaia di progetti pubblicitari. Nel 1928 si trasferisce a New York e ripropone la “Casa d’arte Futurista” nata a Rovereto, chiamandola “Depero’s Futurist House”. Qui progetterà ambienti per ristoranti, scenografie teatrali, costumi e coreografie, mostre di pittura, pubblicità e a queste s’aggiungeranno le copertine di importanti riviste internazionali quali, Vogue, Dance Magazine, Sparks, Vanity Fair, ecc, che faranno conoscere il nome “Depero” in tutto il mondo.
Dipinto di Fortunato Depero "Galleria Campari"
Il ritorno in Italia e le mostre di oggi a Milano
Nel 1930, Fortunato Depero ritorna in Italia per esporre a Roma e si trova a confrontarsi con il nuovo Futurismo, “l’Aeropittura”, da cui non ha mai tratto fascino, essendo una persona saldamente stabile e per niente impressionato da nuvole e aeroplani che la nuova arte rappresentavano. La sua arte ormai mirava in alto, memore del percorso svolto nella città di New York, fra immensi grattacieli che sfioravano il cielo, grovigli di strade asfaltate, sotterranee e sopraelevate. Lentamente, a fine anni ’30, si ritira dalle scene per tornare in Trentino nella sua Rovereto; qui verrà visitato dai successivi Futuristi di terza generazione, che lo vedono come una leggenda innovativa che ha rinnovato l’immagine della nuova arte. La lontananza dalle scene gli farà lentamente perdere gli introiti portati in passato dalle aziende pubblicitarie. Nel ’47 ritenta lo sbarco in America ma il suo Futurismo, un tempo acclamato, è rifiutato perché definito l’arte del Fascismo; macchia che lo porterà, nel ’49, a tornare in Italia. Nel decennio successivo nasceranno i progetti artistici dedicati al tema del lavoro, ricordiamo l’opera “Tornio e telaio”; nel ’51 si dedica all’Arte nucleare, nel ’53 e fino al ’56 decora e arreda la sala consigliare della Provincia autonoma di Trento; nel ’57 ritorna a Rovereto per allestire la “Galleria Museo Depero”, dove inserisce le sue opere, inaugurando l’apertura della mostra nel 1959. La sua morte, il 29 novembre del 1960, porterà il lutto nel mondo dell’arte contemporanea.


Il Futurismo di Fortunato Depero.
Le mostre a Milano, dedica a Fortunato Depero
La Mostra New York New York. La riscoperta dell’America: arte italiana dal futurismo alla pop Art, vuole essere una carrellata di circa 150 opere che potranno essere viste nel “Museo del Novecento” e nella “Gallerie d’Italia”. Questa esposizione vuole raccontare le due facce del legame artistico fra Stati Uniti e gli artisti italiani, concentrando nella mostra al Museo del Novecento, il fascino subito dai nostri artisti durante i viaggi in America, dalle architetture alla loro potenzialità creativa. Le “Gallerie” faranno invece luce su quanto, durante quegli anni, siano stati decisivi per l’arte italiana, l’autorevolezza internazionale e quel riconoscimento che ci rende unici e famosi anche oltre i confini dell’Europa. Ecco, così saranno esposte, dal 13 aprile al 17 settembre 2017, le tele futuriste e pop di Fortunato Depero, che incrociano slanci modernisti e pieni d’innovazione capaci di anticipare il futuro. Insieme alle sue opere saranno presenti quelle di Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Corrado Cagli, Gastone Novelli, Mimmo Rotella, Emilio Isgrò, Arnaldo Pomodoro e anche gli scatti di Ugo Mulas che raccontano un’elettrizzante New York e degli artisti che la trasformarono né “Il centro del mondo”; da Linchtenstein fino a Warhol.

- Il Bozzetto del vestito allegato in copertina, è un omaggio dedicato da Massimiliano Falcone, al Futurismo “Grattacieli” di Fortunato Depero. -


Dedicato a Fortunato Depero
Ispirazione: stilista Massimiliano Falcone 
Fonte: Wikipedia e Massimiliano Falcone
Autore: Emidio Melis

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