Anime del Purgatorio -Di Riccardo Spoto-
Si è sempre parlato di 'quel luogo' che si trova
tra inferno e paradiso, ma quali e dove sono le testimonianze che ci portano a
queste rivelazioni?
Il tema è discusso dai tempi dei tempi e la #Chiesa l'ha
sempre descritto come il luogo che farebbe da 'anfiteatro', al passaggio di una
persona, all'Inferno o in Paradiso; ultime destinazioni in cui sono
indirizzate, per cause e concause che possiamo intuire, le anime dei morti.
Così, da tutti o dalla stragrande maggioranza delle persone, il #purgatorio è considerato la sala d'attesa del Paradiso,
luogo obbligato in cui soffermare la propria anima, alfine di donarle 'luce'
purificandola moralmente e spiritualmente, per avere il 'permesso' di risiedere nei cieli tra i 'giusti'.
La differenza fra i tre 'sentieri'
Se analizziamo il percorso che porta a una
destinazione non ben definita, possiamo considerare questi tre luoghi; Purgatorio,
Inferno e Paradiso, come ultima fine cui dobbiamo sottostare in relazione ai
comportamenti avuti in vita. Il Paradiso, come si sa, è il luogo in cui
andranno i beati e le persone pure di spirito, contraddistintesi in terra
professando il bene prossimo privandosi del proprio; l'inferno invece sarebbe
il luogo in cui, tutti quelli che hanno peccato per avvantaggiarsi di beni in
esclusiva persona, sono destinati senza revoca alcuna, in quel piccolo angolo
di speranza che quasi tutti conosciamo come, Purgatorio. La differenza fra Inferno e Paradiso l'abbiamo
presente e quindi ci soffermiamo su quella fra Inferno e Purgatorio attenendoci
agli insegnamenti della chiesa che dice: il primo porterà a subire una
dolorosa penitenza che durerà in eterno, il secondo invece, lascerà le anime in
'stallo', facendo comunque soffrire le pene dell'Inferno finché non purificherà
i propri peccati; una pena non eterna che permetterà il passaggio in
Paradiso.
A Roma la prova del Purgatorio
A #Roma, nella chiesa del Sacro Cuore
del Suffragio si trova il Museo delle anime del Purgatorio e si racconta
di documenti che proverebbero la sua esistenza, anticamera di rinascita
o morte dello spirito (Paradiso e Inferno). Questo racconto è tramandato da don
Victor Jouet, missionario del Sacro Cuore di Gesù che fece costruire la chiesa
nel 1890 e che in seguito, a causa di un devastante incendio che la distrusse,
tra i resti riuscì a scorgere l'immagine infelice del volto di una persona, che
a suo modo cercava di mettersi in contatto con gli umani nel tentativo di fuggire al Purgatorio in cui si
trovava. Colpito da questo avvenimento, il missionario s'incamminò per l'intera
Europa deciso a trovare ulteriori prove dell'esistenza del #Purgatorio.
La sua ricerca ebbe successo e scoprì fatti analoghi che lo portarono a
raccogliere alcuni oggetti, che espose nella sagrestia della chiesa di Roma
in cui creò il 'Museo cristiano dell'Oltretomba'.
Gli oggetti della speranza
Gli oggetti raccolti in giro per la Germania,
Francia e Belgio, secondo i credenti dimostrerebbero che i defunti sono
obbligati a stare un periodo in Purgatorio, a pregare e
chiedere preghiere per poter riuscire a passare 'oltre' e giungere
all'agognato Paradiso. Fra questi oggetti ci sarebbe: un libro in cui, su una
pagina si vede la sagoma di una mano posata su una preghiera, l'impronta
dell'anima di una suora su una federa di cuscino, la camicia da notte di
Giuseppe Leleux di Wodecq con impressa la mano della madre morta nel 1752 e
altre con impronte infuocate. Insomma, si può credere o no, ma il cristianesimo
ci ha 'abituati' a queste tre destinazioni e il museo del Sacro Cuore di Gesù a #Roma, potrebbe essere un luogo per verificare il nostro innato scetticismo.
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La passione per scrivere è forte, com'è forte l'inchiostro che lascia la sua indelebile impronta sul mondo.