Spesso le scoperte fatte anche casualmente e rivolte a curare le malattie, possono sembrare distintamente miracoli della scienza. Fra questi c'è quello raccontato in prima pagina dai media televisivi e sui social, che mettono al centro dell'attenzione pubblica, una molecola capace di riprodurre nuovi neuroni cerebrali con la funzione di bloccare la malattia dell'Alzheimer.
Quando accadono, la notizia dei miracoli della scienza rimbombano di bocca in bocca, trascinati nell'informazione regalataci dai numerosi media che ne annunciano la scoperta. È quello che sta accadendo oggi, facendo presagire una grande speranza indirizzata a una possibile futura cura, in grado di bloccare il morbo di Alzheimer nella prima fase della sua aggressione. Se la notizia di questa scoperta avrà il suo sperato esito positivo negli studi dedicatigli, la scienza potrebbe regalarci una grande vittoria rivolta a debellare dalla faccia della Terra, questa tremenda malattia degenerativa e altamente invalidante, che colpisce il Sistema Nervoso Centrale in età presenile.
Alzheimer, cose da sapere
L'Alzheimer è conosciuta come una delle patologie più diffuse, in grado di distruggere in modo irreversibile le capacità cognitive di ogni essere umano. I primi sintomi che ne evidenziano la presenza sono: difficoltà nell'esprimere parola, trovare oggetti in luoghi non abituali, non identificare luoghi e ambienti comuni, perdita dei ricordi, nervosismo, depressione, diffidenza verso il prossimo, irascibilità, ecc. Nel tempo i miracoli della scienza sono progrediti fino a portare alla scoperta di sistemi diagnostici in grado di rivelare la malattia. Di questi è conosciuta la PET (Positron Emission Tomography) utile per misurare in seguito alla sua percentuale, la presenza dell'Alzheimer nei soggetti colpiti. Per riuscire a diagnosticare in tempo la malattia vi sono anche la Risonanza magnetica funzionale, la Magnetoencefalografia, la Spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso, la SPECT e l'Elettroencefalogramma, tutti utili per misurare i cambiamenti nel flusso ematico locale, legati a scompensi dell'attività cellulare.
Alzheimer, ultimi miracoli della scienza
La scoperta è stata fatta dai ricercatori della EBRI, istituto di ricerca fondato dalla senatrice premio nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini, e regala oggi una speranza, a chi 'sorteggiato' dal destino nel subire gli effetti devastanti del morbo di Alzheimer. La rivelazione è legata a una molecola denominata "Anticorpo A13", capace di rigenerare nuovi neuroni in sostituzione di quelli difettosi che annunciano la comparsa precoce della malattia. Lo studio, coordinato dai ricercatori italiani della EBRI, Giovanni Meli, Antonino Cattaneo e Raffaella Scardigli, pubblicato sul "Cell Death and Differentiation", è stato eseguito su topi che presentavano un accumulo di sostanze 'A-Beta oligomeri' nelle cellule staminali del cervello, scoprendo che la molecola A13, anticorpo in grado di neutralizzarli, permette la rinascita di nuovi neuroni interrompendo l'avanzata del morbo di Alzheimer. La ricerca è ancora oggi nelle prime fasi dello studio, e come spiegato dai ricercatori della Fondazione EBRI che la detengono, in collaborazione con il CNR, Il Dipartimento di Biologia dell'Università di Roma Tre e la Scuola Normale Superiore, serviranno altri 10 anni per cantare vittoria e inserirla in quelli definiti, i miracoli della scienza.