Lille: la denuncia dei genitori di Emilie, potrebbe aiutare le vittime di bullismo a uscire dal baratro.
A distanza di nove mesi si riapre la ferita dei genitori che ricordano Emilie, la figlia 17enne suicidatasi il 22 gennaio del 2016, perché vittima di bullismo nella scuola che frequentava. Come ogni adolescente che vive l’angoscia della propria esistenza, anche Emilie teneva un diario segreto in cui raccontare le proprie paure, le preoccupazioni e perché no, anche quelle speranze che troppo spesso sembrano diventare irraggiungibili. Dopo tutto questo tempo, i genitori hanno concesso a ‘La Voix du Nord’, un giornale del nord della Francia, di rendere pubbliche alcune pagine del diario segreto di Emilie, il suo unico 'amico' e confidente trovato dopo il decesso, in cui si evincono intere pagine di sofferenze e sentimenti repressi raccontati, mentre era vittima di bullismo nell’istituto scolastico ‘Notre-Dame de la Paix’ che frequentava. Purtroppo è sempre troppo tardi quando ci si accorge di determinati atteggiamenti che stanno ‘marchiando’ l’esistenza delle vittime di bullismo, e nonostante i genitori avessero intuito e notato gli strani comportamenti della figlia, non gli hanno dato importanza credendoli atteggiamenti depressivi dovuti alla loro separazione.
Lo sguardo
dell’inquisizione
Le pagine del diario rese pubbliche, hanno ‘mostrato’
il disagio quotidiano di Emilie vissuto tra i banchi della scuola e i lunghi corridoi 'fatti d'insulti'.
“I bagni sono l’unico luogo di questo fott… posto in cui stare tranquilla”, scriveva nel suo diario; l’unico angolo sereno, fuori dagli sberleffi del
bullismo. Il suo supplizio erano gli sguardi addosso dei compagni, il mormorio
sul suo modo di vestire e i commenti che tutti potevano sentire e che ogni
volta la ferivano irrimediabilmente affondandola nel baratro della depressione. In seguito al suo suicidio avvenuto circa nove mesi fa, la visione del diario ed essersi resi conto della sofferenza subita dalla
figlia, i genitori hanno denunciato l’istituto scolastico perché considerato responsabile
del silenzio dei docenti. “Clocharde” era chiamata dai compagni, mentre
trattenendo le lacrime scappava via tappandosi le orecchie per ‘zittire’ quegli
insulti, scivolando tra gli sputi della cattiveria e i libri gettati in aria
con modo beffardo. Il silenzio di Emilie, la 17enne ‘violentata’ dal bullismo,
era forte mentre scriveva: “Non voglio che i miei genitori pensino di aver
generato una pura sub-mer…”, e forse per questo ha preferito lasciarsi andare,
scappando in un luogo che la rendesse più felice.
Emidio
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