Arriva la Pasqua, come impegnare il tempo libero
nella città di Milano, se non camminando e andando per mostre, visitando l’arte di Fortunato
Depero?
Le cronache non parlano d’altro e oggi s’incentrano
sull’artista Fortunato Depero, che ha esaltato le sue opere nella New York
capace di osservare con occhio attento il Futurismo e la Pop Art da lui ‘interpretata’.
“New York New York. Arte italiana: la riscoperta
dell’America”, è il nome dato dagli espositori delle sue opere, alla mostra
aperta al pubblico nella città di Milano dal 13 aprile al 17 settembre. - “Gallerie
D’Italia”, in Piazza Scala e il “Museo del Novecento” di via Marconi,
esporranno circa 150 delle opere da lui create. -
Fortunato Depero nasce a Fondo, in Val di Non (Trento), il 30
marzo del 1892 e si trasferisce a Rovereto, giovanissimo, dove svolgerà i suoi
studi all’Istituto d’arte “Scuola Reale Elisabettiana”; importante organismo
allora appartenente all’Impero austro-ungarico. Come tanti giovani appassionati
d’arte, la scuola frequentata gli permetterà di essere uno dei protagonisti del
futuro panorama culturale. In seguito al tentativo di entrare all’Accademia
delle belle arti di Vienna, ma essendone escluso, nel 1910 si trasferisce a Torino
con l’incarico di decoratore all’Esposizione internazionale, ma ritorna poco
tempo dopo a Rovereto per lavorare da un marmista, occupandosi di lapidi
funebri.
Scultura e
Arti plastiche, la passione di Depero
Attratto prepotentemente dalla scultura e appassionato
di arti plastiche, le sue creazioni artistiche future s’incentreranno sui
dipinti con soluzioni volumetriche solidificate. Alla mostra di Boccioni, in un
suo viaggio a Roma, resta affascinato dalle opere esposte dall’artista e
conosce alcuni dei suoi più grandi idoli, da Filippo Tommaso Marinetti a
Giacomo Balla e grazie a Sprovieri, gallerista d’arte della città romana, si
confronterà nel 1914 all’Esposizione Libera Futurista Internazionale, con
molti artisti di grande fama. Da Trento ritorna a Roma causa lo scoppio della
Prima guerra mondiale e diventa allievo di Giacomo Balla; insieme scriveranno
un libro proclamandosi ‘astrattisti futuristi’, titolato “Ricostruzione
futurista dell’universo”. L’innovazione della sua ‘poesia’ Futurista lo porterà
a essere proclamato, dallo storico e critico d’arte Enrico Crispolti, a fine
anni ’50, un genio del “secondo Futurismo”. La sua vita artistica è un
passaggio d’innovazioni; collabora con Picasso per i costumi di “Parade”, con
Gilbert Clavel con cui realizzerà il “Teatro Plastico” recitato da marionette,
con i compositori Gian Francesco Malipiero, Béla Bartòk e altri che ispireranno
i primi arazzi futuristi su cui impressionerà, non solo su stoffe ma anche sui
dipinti, dei leitmotiv che saranno predominanti dello “stile Depero”.
Viaggio in
America e pubblicità degli anni venti
Dal 1918 nascono le “Case d’Arte futuriste”, a Roma,
Bologna, Palermo e nel 1919 a Rovereto, dove inizierà a produrre mobili
futuristi utilizzabili e manifesti pubblicitari per il direttore Umberto Notari
dell’agenzia “Le 3 I”. Collabora nel ’22 agli allestimenti per il “Cabaret del
diavolo” e il “Winter Club”, nel ’23 alla Biennale delle arti decorative di
Monza, nel ’24 al balletto in scena a Milano, titolato “Anihccam del 3000”, riproposto
in seguito su altre venti città. Nel 1925, grazie ai tanti incontri fatti sul
percorso Futurista, sarà tentato di sbarcare nella grande America dove, ospite
del pittore Lucillo Grassi, esporrà alcune sue opere a Boston, New York e
Chicago, lasciando un segno indelebile della sua presenza. Nel 1926, ancora in
Italia, nascerà la collaborazione con l’azienda Alberti di cui ricordiamo il
liquore “Strega”, la Bernocchi, la Schering e infine il forte sodalizio
professionale con il commendator Campari; personaggio cui dedicherà il dipinto
“Squisito al selz” e per la quale creerà nel 1932, la mitica bottiglietta
“Campari Soda” e in seguito centinaia di progetti pubblicitari. Nel 1928 si
trasferisce a New York e ripropone la “Casa d’arte Futurista” nata a Rovereto,
chiamandola “Depero’s Futurist House”. Qui progetterà ambienti per ristoranti,
scenografie teatrali, costumi e coreografie, mostre di pittura, pubblicità e a
queste s’aggiungeranno le copertine di importanti riviste internazionali quali,
Vogue, Dance Magazine, Sparks, Vanity Fair, ecc, che faranno conoscere il nome
“Depero” in tutto il mondo.
Dipinto di Fortunato Depero "Galleria Campari" |
Il ritorno in
Italia e le mostre di oggi a Milano
Nel 1930, Fortunato Depero ritorna in Italia per
esporre a Roma e si trova a confrontarsi con il nuovo Futurismo, “l’Aeropittura”,
da cui non ha mai tratto fascino, essendo una persona saldamente stabile e per
niente impressionato da nuvole e aeroplani che la nuova arte rappresentavano.
La sua arte ormai mirava in alto, memore del percorso svolto nella città di New
York, fra immensi grattacieli che sfioravano il cielo, grovigli di strade
asfaltate, sotterranee e sopraelevate. Lentamente, a fine anni ’30, si ritira
dalle scene per tornare in Trentino nella sua Rovereto; qui verrà visitato dai
successivi Futuristi di terza generazione, che lo vedono come una leggenda
innovativa che ha rinnovato l’immagine della nuova arte. La lontananza dalle
scene gli farà lentamente perdere gli introiti portati in passato dalle aziende
pubblicitarie. Nel ’47 ritenta lo sbarco in America ma il suo Futurismo, un
tempo acclamato, è rifiutato perché definito l’arte del Fascismo; macchia che lo
porterà, nel ’49, a tornare in Italia. Nel decennio successivo nasceranno i
progetti artistici dedicati al tema del lavoro, ricordiamo l’opera “Tornio e
telaio”; nel ’51 si dedica all’Arte nucleare, nel ’53 e fino al ’56 decora e
arreda la sala consigliare della Provincia autonoma di Trento; nel ’57 ritorna
a Rovereto per allestire la “Galleria Museo Depero”, dove inserisce le sue opere,
inaugurando l’apertura della mostra nel 1959. La sua morte, il 29 novembre del
1960, porterà il lutto nel mondo dell’arte contemporanea.
Il Futurismo di Fortunato Depero. |
Le mostre a
Milano, dedica a Fortunato Depero
La Mostra New York New York. La riscoperta
dell’America: arte italiana dal futurismo alla pop Art, vuole essere una
carrellata di circa 150 opere che potranno essere viste nel “Museo del
Novecento” e nella “Gallerie d’Italia”. Questa esposizione vuole raccontare le
due facce del legame artistico fra Stati Uniti e gli artisti italiani,
concentrando nella mostra al Museo del Novecento, il fascino subito dai nostri
artisti durante i viaggi in America, dalle architetture alla loro potenzialità
creativa. Le “Gallerie” faranno invece luce su quanto, durante quegli anni,
siano stati decisivi per l’arte italiana, l’autorevolezza internazionale e quel
riconoscimento che ci rende unici e famosi anche oltre i confini dell’Europa.
Ecco, così saranno esposte, dal 13 aprile al 17 settembre 2017, le tele
futuriste e pop di Fortunato Depero, che incrociano slanci modernisti e pieni
d’innovazione capaci di anticipare il futuro. Insieme alle sue opere saranno
presenti quelle di Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Corrado Cagli, Gastone
Novelli, Mimmo Rotella, Emilio Isgrò, Arnaldo Pomodoro e anche gli scatti di
Ugo Mulas che raccontano un’elettrizzante New York e degli artisti che la
trasformarono né “Il centro del mondo”; da Linchtenstein fino a Warhol.
- Il
Bozzetto del vestito allegato in copertina, è un omaggio dedicato da
Massimiliano Falcone, al Futurismo “Grattacieli” di Fortunato Depero. -
Dedicato a Fortunato Depero
Ispirazione: stilista Massimiliano Falcone
Fonte: Wikipedia e Massimiliano Falcone
Autore: Emidio Melis
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