L’incendio
al camper rom non ha dato scampo alle tre sorelle, morte arse vive al suo interno. Oggi
compare un video e si attende di conoscere il colpevole.
La
notizia lascia sgomente molte persone e ancora non si riesce a credere che
questo gesto, presumibilmente razzista, abbia barbaramente ucciso tre sorelle
rom nella capitale, in zona Centocelle. La più grande di loro aveva vent’anni e
si chiamava Elisabeth Halinovic, mentre le più piccole, Angelica e Francesca,
ne avevano otto e quattro. All’interno del camper abitavano tredici persone, ma
al momento dell’aggressione vi dormivano in undici perché i genitori non erano
con loro. Nell’accaduto, quando il mezzo era avvolto dalle fiamme, solo otto fratelli
sono riusciti a trarsi in salvo mentre le tre sorelle sono bruciate al suo
interno. Gli abitanti del luogo vedevano spesso questa famiglia rom andare via,
ma poi, dopo poche settimane, tornare e sostare nella piazzola del Centro
commerciale di via Mario Ugo Guattari; sul luogo si fermavano qualche giorno,
poi ripartivano su altre destinazioni. In molti ricordano oggi le due bambine
più piccole, che spesso giocavano in quell’area.
Video Fanpage su Youtube
Soccorsi inutili per le
sorelle Halinovic
L’incendio
del camper sarebbe avvenuto appena dopo le tre di notte e l’intervento della
polizia e dei vigili del fuoco sarebbero stati immediati; purtroppo per le tre
ragazze non c’è stato niente da fare e sono arse vive all’interno del camper. Quello
che i vigili del fuoco hanno potuto costatare, è che all’esterno del mezzo sono
state rilevate tracce di liquido infiammabile e qualche ora dopo è stato
ritrovato un accendino e il tappo di una bottiglia; elementi che hanno portato
a confermare l’ipotesi del dolo. Oltre questo ci sono le registrazioni delle telecamere di sorveglianza de Centro commerciale e proprio una di loro avrebbe ripreso una persona a viso scoperto, che si avvicinava al camper lanciandogli una molotov. Gli investigatori indagano nel tentativo di dare un volto alla persona ripresa nelle immagini e sono in corso accertamenti sul padre famiglia, che si 'divideva' fra loro e un altro campo rom lasciato da circa un mese. Questo porta a pensare che non sia stato un atto di razzismo l'incendio del camper e la conseguente morte delle tre sorelle, ma una vendetta per dissidi con malavitosi legati allo spaccio di stupefacenti.
Fonte: + Tg