domenica 7 maggio 2017

La RAI anni ’70 vista da Francesco Vezzoli, alla Fondazione Prada



Una spettacolare cavalcata trasporta verso filmati d'archivio e opere d'arte degli anni settanta, che vedono nel decennio cambiare l'Italia e la televisione italiana.

La Fondazione Prada apre i ‘battenti’ alla mostra TV 70, presentata dall’artista bresciano Francesco Vezzoli in collaborazione RAI e si avrà tempo per visitarla, ammirandone gli argomenti suddivisi in tre tappe, dal 9 maggio al 24 settembre corrente anno.
L’italiano Vezzoli è considerato, a livello internazionale, uno di più grandi artisti contemporanei capaci, con il proprio lavoro, di rendere omaggio alle grandi star del passato ormai sul viale del tramonto. I suoi lavori nascono da più metodi espressivi e s’incentrano maggiormente nella Videoarte; sezione dove crea veri cortometraggi che riportano alla luce le “Star” o le “icone Pop” del piccolo grande schermo. Da sempre appassionato di TV, l’artista era un tempo attratto dalle scenografie dei film Pasoliniani e dei programmi commerciali; un misto di scelte obbligate che conducevano al timore dell’esistenza, alla seduzione verso i mass media, all’erotismo e la tragedia. Nella mostra organizzata presso la Fondazione Prada, il fascino della TV ritorna per far comprendere il peso che ha avuto la RAI, per l’Italia e per gli italiani, nel periodo che cavalca il candore idealista degli anni settanta e chi invece considerava negli anni ottanta, il piacere come unico scopo di vita (edonismo).
Sketch Massimiliano Falcone
Un decennio RAI nella Mostra a Milano
Francesco Vezzoli mostrerà in quello da lui definito “Il museo più anarchico e raffinato d’Europa” (la Fondazione Prada), un decennio di TV sovrastato dalle tensioni che hanno raccontato la rivoluzione femminista, il terrorismo, l’austerity e il cambiamento politico-sociale. L’artista bresciano spiegherà con i suoi occhi la RAI e la spettacolare evoluzione che ha avuto grazie ai programmi di cultura, informazione, varietà, documenti e inchieste, suddividendo il tutto in tre sezioni: “Arte e Televisione”, “Politica e Televisione”, “Intrattenimento e Televisione”.
Fin da piccolo, rivela Vezzoli, “All’età di 4 – 5 anni arrivavo in spiaggia a Riccione, con sottobraccio il Manifesto, Repubblica e Novella 2000, fra lo sguardo attonito delle signore, certe che l’edicolante avesse commesso un errore”. Invece no, era proprio così grazie a genitori colti che sin da piccolo lo trascinavano a concerti di Francesco De Gregori e alle nonne educate da una TV di Stato attenta e all’avanguardia. Da questa educazione nasce l’esigenza di mettere in mostra quanto fosse avanti quella RAI, forse non da tutti compresa: “Spero di evidenziarlo con questa mostra”, comunica Francesco Vezzoli, “sviluppata attraverso due percorsi paralleli; uno artistico e l’altro televisivo”.
Logo RAI
Una Mostra di riflessioni e sguardi
  • Chiediamo al designer, Massimiliano Falcone, cosa ne pensa della mostra titolata “TV 70: Francesco Vezzoli guarda la RAI”.

- Francesco Vezzoli gioca da anni con la televisione, dirigendo dive e divine fra un misto di alta cultura e slanci pop. Grazie a questo porterà in “scena” una mostra unica e divertente, nel mega show che rivisiterà filmati presi dalla Teche della TV, sculture scenografiche, installazioni e opere d’arte che hanno reso gloriosa la RAI di quel decennio. -

"La RAI degli anni ‘70 produceva cultura e intrattenimento, regalava sì, canzonette, ma era capace di portare all’attenzione di tutti i più vari temi giornalistici e istruiva, anche divertendo, unendo il popolo italiano."
  • Massimiliano, come si sviluppa la mostra?

- In tre blocchi interessanti: “Arte e Televisione”, dove racconta come l’originalità e l’innovazione di alcuni programmi, siano stati capaci di popolarizzare l’arte, portando nelle case degli italiani Boetti e de Chirico.  “Politica e Televisione”, racconta gli anni di piombo, il terrorismo e punta il dito sulla ribellione, la liberazione sessuale e il consumo del corpo della donna. L’ultima sezione, “Intrattenimento e Televisione”, chiude la mostra presentando una serie di Blob in cui sono visionabili alcuni estratti televisivi e vecchi filmati d’archivio tuttora sorprendentemente attuali. -

Ispirazione: Massimiliano Falcone
Fonte 
Autore: Emidio Melis

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