domenica 9 luglio 2017

Esther Williams: “Bellezze al bagno” di ieri oggi e domani



Quando le donne crescono dietro le ombre oscure di una stanza e diventano autrici di un nuovo futuro.

Gli anni scorrono e percorrono attraverso il tempo, le immagini di un passato orientato a un futuro reinterpretato. I personaggi sfuggono alla cortese attenzione di un popolo che gioca nella giostra del tempo e porta a ricordare Esther Williams, una donna che ha fatto della violenza subita da un fratello adottato, l’eroina della Los Angeles Athletic Club. Grazie alla sua passione per l’acqua, arrivò 15enne a vincere numerose gare di nuoto nei 100 metri stile libero, meritandosi il titolo di campionessa della Costa del pacifico. Nata nel 1921 a Inglewood, nel sud-ovest di Los Angeles, Esther Williams fu scritturata a ventuno anni dalla compagnia di cineproduzione Metro Goldwyn Mayer, che solo dopo piccole apparizioni nei primi due film, le fece interpretare il ruolo della ragazza di Mickey Rooney in “La doppia vita di Andy Hardy”. Scoperte le sue vere qualità, date dal nuoto che tanto amava, il successo arrivò due anni dopo come attrice protagonista di “Bellezze al bagno”; musical che la vide interpretare magnifiche coreografie acquatiche, studiate esclusivamente per lei.


Successo e declino di Esther Williams

Dopo “Bellezze al bagno”, Esther Williams fu protagonista di altri film musicali minori che non ebbero lo stesso consenso dal pubblico. Solo nel ‘47 si ripeté quel mirabile successo, grazie a una magistrale interpretazione nel film “La matadora”. Da allora i successivi film con lei protagonista: “La figlia di Nettuno”, “La duchessa dell’Idaho”, “La sirena del circo” e “La ninfa degli antipodi” del ’52, furono tutti costruiti su misura per lei, che dimostrò grandi capacità interpretative. Pur essendo considerato spettacolare, il film “Annibale e la vestale”, da lei interpretato nel ‘55, si rivelò un fiasco dimostrandole che i gusti del pubblico stavano cambiando e che bisognava abbandonare. Scomparsa dalle scene, Esther Williams decise di ritornare all’attività di nuoto che tanto amava, proponendosi in qualità d’insegnante per bambini non vedenti, di quella disciplina che fu preludio del suo successo. Sposatasi per ben quattro volte, nel ’40, ’45, ‘69 e ’94, morì nel 2013 in una villa di Beverly Hills all’età di novantuno anni e ancora oggi è ricordata come una delle più grandi dive di Hollywood.

Sketch di Massimiliano Falcone
Due domande al designer Massimiliano Falcone
  • Massimiliano, i critici di allora scrissero che Esther Wiliams diventava diva solo “Bagnata”, sebbene i successi al botteghino la esclusero da ogni critica.

  - Esther Williams aveva talento e basta. Consideriamo che in quegli anni non esistevano le stunt girls e lei aveva le capacità acrobatiche naturali per far vivere con suspance le scene interpretate. Oltre a questo è stata e rimane un’icona di eleganza e forza, ricordava il suo amico Paolo Limiti, che la vedeva lanciarsi in mare aperto o da un trapezio a 30 metri d’altezza, senza paura. Amata da Hollywood, fu sempre presente alle feste più glam e alla moda, e lei stessa organizzò nella bellissima villa di Miami, il matrimonio di Limiti quando sposò Justine Matera.
  • Eleganza, talento e bellezza della Williams, possono essere riferimento di un immaginario collettivo femminile?
 - Certamente. Se osserviamo le proposte della moda, queste ci riportano a quell'epoca gloriosa e modaiola del beachware, che si presentava sempre nuova e colorata come un giardino all'equatore. Tra le ispirazioni dei film anni '40, oggi la moda estiva festeggia il sole, la felicità e la voglia di divertirsi vivendo un'estate hot. La donna mare deve avere una cuffia a fiori, grandi occhiali da sole, sandali dorati, costume da bagno intero e un pareo rigorosamente drappeggiato ad arte, per reintegrare lo stile "Bellezze al bagno" della diva Esther Wiliiams. -

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