Quando
le donne crescono dietro le ombre oscure di una stanza e diventano autrici di
un nuovo futuro.
Gli
anni scorrono e percorrono attraverso il tempo, le immagini di un passato
orientato a un futuro reinterpretato. I personaggi sfuggono alla cortese attenzione
di un popolo che gioca nella giostra del tempo e porta a ricordare Esther
Williams, una donna che ha fatto della violenza subita da un fratello adottato,
l’eroina della Los Angeles Athletic Club. Grazie alla sua passione per l’acqua,
arrivò 15enne a vincere numerose gare di nuoto nei 100 metri stile libero,
meritandosi il titolo di campionessa della Costa del pacifico. Nata nel 1921 a
Inglewood, nel sud-ovest di Los Angeles, Esther Williams fu scritturata a ventuno
anni dalla compagnia di cineproduzione Metro Goldwyn Mayer, che solo dopo
piccole apparizioni nei primi due film, le fece interpretare il ruolo della
ragazza di Mickey Rooney in “La doppia vita di Andy Hardy”. Scoperte le sue
vere qualità, date dal nuoto che tanto amava, il successo arrivò due anni dopo
come attrice protagonista di “Bellezze al bagno”; musical che la vide interpretare
magnifiche coreografie acquatiche, studiate esclusivamente per lei.
Successo e declino di Esther
Williams
Dopo
“Bellezze al bagno”, Esther Williams fu protagonista di altri film musicali
minori che non ebbero lo stesso consenso dal pubblico. Solo nel ‘47 si ripeté quel
mirabile successo, grazie a una magistrale interpretazione nel film “La
matadora”. Da allora i successivi film con lei protagonista: “La figlia di
Nettuno”, “La duchessa dell’Idaho”, “La sirena del circo” e “La ninfa degli
antipodi” del ’52, furono tutti costruiti su misura per lei, che dimostrò
grandi capacità interpretative. Pur essendo considerato spettacolare, il film
“Annibale e la vestale”, da lei interpretato nel ‘55, si rivelò un fiasco
dimostrandole che i gusti del pubblico stavano cambiando e che bisognava
abbandonare. Scomparsa dalle scene, Esther Williams decise di ritornare
all’attività di nuoto che tanto amava, proponendosi in qualità d’insegnante per
bambini non vedenti, di quella disciplina che fu preludio del suo successo.
Sposatasi per ben quattro volte, nel ’40, ’45, ‘69 e ’94, morì nel 2013 in una
villa di Beverly Hills all’età di novantuno anni e ancora oggi è ricordata come
una delle più grandi dive di Hollywood.
Sketch di Massimiliano Falcone |
Due domande al designer
Massimiliano Falcone
- Massimiliano, i critici di allora scrissero che Esther Wiliams diventava diva solo “Bagnata”, sebbene i successi al botteghino la esclusero da ogni critica.
- Eleganza, talento e bellezza della Williams, possono essere riferimento di un immaginario collettivo femminile?
- Certamente. Se osserviamo le proposte della moda, queste ci riportano a quell'epoca gloriosa e modaiola del beachware, che si presentava sempre nuova e colorata come un giardino all'equatore. Tra le ispirazioni dei film anni '40, oggi la moda estiva festeggia il sole, la felicità e la voglia di divertirsi vivendo un'estate hot. La donna mare deve avere una cuffia a fiori, grandi occhiali da sole, sandali dorati, costume da bagno intero e un pareo rigorosamente drappeggiato ad arte, per reintegrare lo stile "Bellezze al bagno" della diva Esther Wiliiams. -
Se l'articolo ti è piaciuto, entra nella pagina Facebook