IL BEL RENÈ, COSÌ CHIAMATO L’AFFASCINANTE CRIMINALE RENATO VALLANZASCA COSTANTINI, PASSATO ALLA STORIA GRAZIE A FURTI E RAPINE CHE LO IDENTIFICHERANNO COME UNO DEI PIÙ IMPORTANTI ‘AUTORI’ DELLA MALA MILANESE.
La storia di Renato Vallanzasca è stata raccontata da una 'sfilata' di fotografie, che ripercorrendo i numerosi fatti di cronaca malavitosa, realizzatisi fra gli anni sessanta e novanta, inizia con la celeberrima rapina di via Osoppo nel ’58, diventata leggenda ispiratrice del film “Audace colpo dei soliti ignoti”. Promossa dal Comune di Milano e ospitata a Palazzo Morando, la mostra curata da Stefano Galli ha regalato al pubblico questa storia criminale ambientata attorno alle sue mura, evidenziandone le gesta e riportando all’attenzione dei media i quartieri: Isola, Giambellino, la zona Ticinese e la Conca del Naviglio, considerati incontrastati regni della mala.
VALLANZASCA, ESORDIO NELLA MALA
Nato il ’50 nella zona milanese di Lambrate, Vallanzasca entra nel carcere minorile Beccaria a soli otto anni, perché infastidito da un circo montato accanto a casa sua, cerca di liberare una tigre dalla sua gabbia. Affidato alla prima moglie del padre, nel quartiere Giambellino, sarà insieme ad altri ragazzini, autore di numerosi furti e taccheggi. Solo sette anni dopo tornerà a vivere con la madre a Lambrate e si iscriverà a Ragioneria. Fattosi conoscere dalla mala di Milano non si sottometterà alle regole imposte dall’ambiente; in autonomia formerà un proprio gruppo, temuto e riconosciuto come “Banda della Comasina”. Rapine e furti lo porteranno ad accumulare enormi ricchezze che gli permetteranno di circondarsi, grazie al suo aspetto ‘belloccio’ e affascinante, di donne bellissime con cui condurre una vita di sfarzi.
VALLANZASCA, ERGASTOLI ED EVASIONI
Arrestato nel ’72 per una rapina in un supermercato milanese, Renato Vallanzasca verrà arrestato e rinchiuso a San Vittore. Causa numerose risse e pestaggi realizzati all’interno delle strutture carcerarie, viene trasferito 36 volte e riuscirà a evadere dopo quattro anni. Ricostruita la banda criminale, il suo nome diventerà leggenda per le numerose rapine compiute, i sequestri di persona e la lunga scia di omicidi che si lascerà alle spalle. Nel luglio 1987 riuscirà a evadere attraversando l’oblò del traghetto che lo vedrebbe portato al carcere nuorese di ‘Badu e Carros’. La fuga è breve perché ventuno giorni dopo sarà fermato a un posto di blocco del Comune di Grado, in Friuli Venezia Giulia, nel tentativo di arrivare a Trieste. Tornato nel carcere di Nuoro, tenta una nuova evasione nel ’95 e per questo verrà rinchiuso nel carcere di Voghera, a Pavia, presso la sezione d’alta sicurezza riservata ai malavitosi più ‘grandi’.
RICHIESTA DI GRAZIA E STORIA DI VALLANZASCA
A seguito di un permesso speciale di 3 ore, nel 2005 Renato Vallanzasca ottiene di rivedere l’anziana madre. Da lei procederà a stilare una lettera indirizzata al magistrato di sorveglianza di Pavia e al Ministero di Grazia e Giustizia, per chiedere la scarcerazione. La stessa madre, un anno dopo, invierà una lettera al Presidente Carlo Azeglio Ciampi e al Ministro Mastella, alimentando il suo desiderio di grazia per il figlio. La scarcerazione sarà negata e proseguirà la sua pena presso il carcere di Opera a Milano. Solo dal 2008 usufruirà di permessi per lavorare all’esterno del carcere. Purtroppo la vivace esuberanza del "Bel Renè" sarà motivo di numerose revoche e altrettante concessioni; come quella che lo vedrà nel 2012 lavorare presso una ricevitoria o in un negozio di abbigliamento nella città di Bergamo.
VALLANZASCA, LA STORIA A PALAZZO MORANDO
La storia su Vallanzasca è infinita e ha lasciato numerosi capitoli aperti per raccontarla. La maggior parte di questi sono scritti da autorevoli giornalisti, a seguito delle interviste rese dal bel Renè, troppo spesso smentite da altre autobiografie. Per questo motivo la mostra “MILANO E LA MALA……” esposta a Palazzo Morandi lo scorso febbraio 2018, ha evidenziato all’attenzione del pubblico la storia della criminalità milanese con 170 immagini d’epoca, reperti e giornali del tempo, documentandone l’evoluzione. Tutto è stato presentato in un contesto cronologico iniziato dopo la seconda guerra mondiale, fino alla rapina di via Osoppo. Attorno ai racconti un’intera sezione è stata dedicata al 'bandito della Comasina', Renato Vallanzasca, ricongiuntosi alla Milano della Mala vissuta nel buio della notte, illuminata da bische clandestine, circoli privati e night.
UNA DOMANDE AL CREATORE DELLO SKETCH DEDICATO A VALLANZASCA, MASSIMILIANO FALCONE
- Massimiliano, quali, secondo te, sono state le suggestioni incontrate nella mostra?
Sketch, Massimiliano Falcone |