giovedì 30 agosto 2018

RENATO VALLANZASCA, IL RE DELLA MALA MILANESE



Storia di Renato Vallanzasca, il re della mala che ha fatto tremare Milano

IL BEL RENÈ, COSÌ CHIAMATO L’AFFASCINANTE CRIMINALE RENATO VALLANZASCA COSTANTINI, PASSATO ALLA STORIA GRAZIE A FURTI E RAPINE CHE LO IDENTIFICHERANNO COME UNO DEI PIÙ IMPORTANTI ‘AUTORI’ DELLA MALA MILANESE.

La storia di Renato Vallanzasca è stata raccontata da una 'sfilata' di fotografie, che ripercorrendo i numerosi fatti di cronaca malavitosa, realizzatisi fra gli anni sessanta e novanta, inizia con la celeberrima rapina di via Osoppo nel ’58, diventata leggenda ispiratrice del film “Audace colpo dei soliti ignoti”. Promossa dal Comune di Milano e ospitata a Palazzo Morando, la mostra curata da Stefano Galli ha regalato al pubblico questa storia criminale ambientata attorno alle sue mura, evidenziandone le gesta e riportando all’attenzione dei media i quartieri: Isola, Giambellino, la zona Ticinese e la Conca del Naviglio, considerati incontrastati regni della mala.


VALLANZASCA, ESORDIO NELLA MALA

Nato il ’50 nella zona milanese di Lambrate, Vallanzasca entra nel carcere minorile Beccaria a soli otto anni, perché infastidito da un circo montato accanto a casa sua, cerca di liberare una tigre dalla sua gabbia. Affidato alla prima moglie del padre, nel quartiere Giambellino, sarà insieme ad altri ragazzini, autore di numerosi furti e taccheggi. Solo sette anni dopo tornerà a vivere con la madre a Lambrate e si iscriverà a Ragioneria. Fattosi conoscere dalla mala di Milano non si sottometterà alle regole imposte dall’ambiente; in autonomia formerà un proprio gruppo, temuto e riconosciuto come “Banda della Comasina”. Rapine e furti lo porteranno ad accumulare enormi ricchezze che gli permetteranno di circondarsi, grazie al suo aspetto ‘belloccio’ e affascinante, di donne bellissime con cui condurre una vita di sfarzi.



VALLANZASCA, ERGASTOLI ED EVASIONI

Arrestato nel ’72 per una rapina in un supermercato milanese, Renato Vallanzasca verrà arrestato e rinchiuso a San Vittore. Causa numerose risse e pestaggi realizzati all’interno delle strutture carcerarie, viene trasferito 36 volte e riuscirà a evadere dopo quattro anni. Ricostruita la banda criminale, il suo nome diventerà  leggenda per le numerose rapine compiute, i sequestri di persona e la lunga scia di omicidi che si lascerà alle spalle. Nel luglio 1987 riuscirà a evadere attraversando l’oblò del traghetto che lo vedrebbe portato al carcere nuorese di ‘Badu e Carros’. La fuga è breve perché ventuno giorni dopo sarà fermato a un posto di blocco del Comune di Grado, in Friuli Venezia Giulia, nel tentativo di arrivare a Trieste. Tornato nel carcere di Nuoro, tenta una nuova evasione nel ’95 e per questo verrà rinchiuso nel carcere di Voghera, a Pavia, presso la sezione d’alta sicurezza riservata ai malavitosi più ‘grandi’.

RICHIESTA DI GRAZIA E STORIA DI VALLANZASCA

A seguito di un permesso speciale di 3 ore, nel 2005 Renato Vallanzasca ottiene di rivedere l’anziana madre. Da lei procederà a stilare una lettera indirizzata al magistrato di sorveglianza di Pavia e al Ministero di Grazia e Giustizia, per chiedere la scarcerazione. La stessa madre, un anno dopo, invierà una lettera al Presidente Carlo Azeglio Ciampi e al Ministro Mastella, alimentando il suo desiderio di grazia per il figlio. La scarcerazione sarà negata e proseguirà la sua pena presso il carcere di Opera a Milano. Solo dal 2008 usufruirà di permessi per lavorare all’esterno del carcere. Purtroppo la vivace esuberanza del "Bel Renè" sarà motivo di numerose revoche e altrettante concessioni; come quella che lo vedrà nel 2012 lavorare presso una ricevitoria o in un negozio di abbigliamento nella città di Bergamo.



VALLANZASCA, LA STORIA A PALAZZO MORANDO

La storia su Vallanzasca è infinita e ha lasciato numerosi capitoli aperti per raccontarla. La maggior parte di questi sono scritti da autorevoli giornalisti, a seguito delle interviste rese dal bel Renè, troppo  spesso smentite da altre autobiografie. Per questo motivo la mostra “MILANO E LA MALA……” esposta a Palazzo Morandi lo scorso febbraio 2018, ha evidenziato all’attenzione del pubblico la storia della criminalità milanese con 170 immagini d’epoca, reperti e giornali del tempo, documentandone l’evoluzione. Tutto è stato presentato in un contesto cronologico iniziato dopo la seconda guerra mondiale, fino alla rapina di via Osoppo. Attorno ai racconti un’intera sezione è stata dedicata al 'bandito della Comasina', Renato Vallanzasca, ricongiuntosi alla Milano della Mala vissuta nel buio della notte, illuminata da bische clandestine, circoli privati e night.

UNA DOMANDE AL CREATORE DELLO SKETCH DEDICATO A VALLANZASCA, MASSIMILIANO FALCONE

  • Massimiliano, quali, secondo te, sono state le suggestioni incontrate nella mostra?
Sketch, Massimiliano Falcone

- E’ la storia di una città raccontata attraverso il suo lato più oscuro. Quarant’anni di vita che tracciano il volto tragico di una metropoli in rapida ascesa economica, dove i fatti reali sembrano usciti dalla penna di un grande scrittore di gialli. L’esposizione ha analizzato e ripercorcorso il nascere e l’affermazione della Mala di Milano, tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli Ottanta. Gli ‘Strumenti del mestiere’ quali la celebre custodia di un mitra, le armi della polizia e i dadi truccati utilizzati nelle bische clandestine, sono state il centro dell’attrattiva pubblica. Ricordiamo che la Mala di Milano apparteneva a quella parte di città che viveva sopratutto la notte, affascinata dalla bellissima attrice francese Odile Rodin, all’interno del Number One.